Lettera a chi mi ha insegnato la distanza
Una lettera sospesa sulla distanza e la cura, dalla rubrica Kokoro to Kokoro di Viviana Sannino.
Viviana Sannino
10/21/20251 min read
Non ti ho perso all’improvviso. Ti ho perso un po’ per volta, nei silenzi che si allungavano, nei giorni in cui la tua voce sembrava svanire anche quando c’era.
A volte penso che la distanza non si misuri in chilometri, ma in battiti. E il nostro cuore, piano piano, ha smesso di andare allo stesso ritmo.
Ma dentro quella distanza ho imparato qualcosa di prezioso: che l’amore non si misura in presenza, ma in memoria.
Ti ho voluto bene con la delicatezza di chi non chiede più niente, ma continua a custodire.
Non ti ho mai scritto per farti tornare. Ti scrivo per ricordarmi che esisti ancora in qualche parte di me che non ho smesso di amare.
Certe persone non spariscono: si spostano in una zona più silenziosa del cuore.
Quando rileggo i libri che ci piacevano, Murakami, Banana Yoshimoto, Kawabata, mi sembra di trovarti tra le righe, come un segnalibro dimenticato.
“Se ti scrivo ancora, è perché non voglio dimenticare come si pronuncia il tuo nome nel silenzio.”
Questa non è una lettera d’amore, ma di gratitudine.
Perché anche la distanza, a volte, sa insegnare la cura.
